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PERSONALE E ORGANIZZAZIONE
07/05/2007

L'avvio della Contrattazione Nazionale

A cura di Arturo Bianco (Fonte: www.comune.roma.it)

Lo scorso 18 aprile Aran ed organizzazioni sindacali hanno firmato la "ipotesi di contratto collettivo quadro per la definizione dei comparti di contrattazione per il quadriennio 2006-2009". In tal modo si apre, in termini formali, la stagione delle trattative per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro del personale dipendente dalle Pubbliche Amministrazioni per il quadriennio normativo 2006-2009 e per il biennio economico 2006-2007. Stagione che in termini sostanziali si era aperta con l'intesa dello scorso novembre tra Governo ed organizzazioni sindacali sulla definizione del tetto massimo degli aumenti contrattuali da indicare nella legge finanziaria 2007, intesa che è stata ripresa ed integrata nello scorso aprile sulla base di una nuova sollecitazione dei sindacati, e con la sottoscrizione da parte del Governo, delle associazioni degli enti locali e delle organizzazioni sindacali del memorandum sul lavoro pubblico, che contiene anche gli elementi di maggiore importanza che dovranno essere contenuti nei nuovi contratti collettivi nazionali del personale dipendente delle PA.

Non si possono ancora prevedere in modo certo i tempi della contrattazione, visto che mancano ancora tre ulteriori passaggi per il suo avvio, e cioè la direttiva sulla contrattazione in tutti i comparti, la direttiva per il comparto regioni ed enti locali e la sua approvazione da parte del Governo. Si può azzardare, se non vi saranno intoppi, che il contratto del comparto regioni ed enti locali possa essere sottoscritto non prima del prossimo autunno.

IL CONTRATTO SUI COMPARTI DI CONTRATTAZIONE

La individuazione dei comparti della contrattazione collettiva nazionale è rimessa dal DLgs n. 165/2001 alla contrattazione collettiva e tale scelta è effettuata prima dell'avvio della stagione del rinnovo dei contratti.

Vengono previsti i seguenti 10 comparti:

1) agenzie fiscali;

2) enti pubblici non economici;

3) istituzioni di alta formazione e specializzazione artistica e musicale;

4) istituzioni ed enti di ricerca e sperimentazione;

5) ministeri;

6) presidenza del consiglio dei ministri;

7) regioni ed autonomie locali;

8) servizio sanitario nazionale;

9) scuola;

10) università.

Essi variano da poche migliaia di dipendenti alle centinaia di migliaia dei comparti più numerosi, e cioè: scuola, regioni ed enti locali, sanità e ministeri. Non si devono segnalare novità di rilievo rispetto alla situazione precedente.

IL COMPARTO REGIONI ED ENTI LOCALI

L'accordo mantiene la unitarietà del comparto. Si deve sottolineare questo elemento perché non siamo dinanzi ad un esito scontato: la direttiva impartita dal Governo prevedeva infatti la opportunità di dare vita ad uno specifico comparto per il personale delle regioni. Tale indicazione è scaturita da una richiesta delle regioni che vogliono vedere accresciuto lo spazio della loro autonomia gestionale in materia di personale, sia proprio che del servizio sanitario, richieste che fino ad ora si sono scontrate con i vincoli posti dalla unitarietà del comparto, nel quale i dipendenti regionali sono largamente inferiori a quelli dei comuni, e dalla riserva alla competenza legislativa esclusiva dello Stato sul tema dell'ordinamento civile.

Le organizzazioni sindacali hanno bocciato tale richiesta e la soluzione riprende l'accordo raggiunto su questo punto nel memorandum sul lavoro pubblico: "ferma restando l'unicità del comparto delle Regioni e delle Autonomie Locali, nell'ambito del CCNL sarà istituita una sezione contrattuale specifica delle Regioni".

Le amministrazioni comprese nel comparto sono le seguenti: regioni a statuto ordinario, enti pubblici non economici dipendenti dalle regioni a statuto ordinario, ex Istituti autonomi per le case popolari comunque denominati, comuni, province, comunità montane, comunità collinari, consorzi, associazioni e comprensori tra gli enti locali disciplinati per il personale dai CCNL relativi al rapporto di lavoro pubblico, Ipab che svolgono prevalentemente funzioni assistenziali, università agrarie ed associazioni agrarie dipendenti dagli enti locali, camere di commercio e loro associazioni regionali disciplinati per il personale dai CCNL relativi al rapporto di lavoro pubblico, autorità di bacino, agenzia autonoma per la gestione dell'albo dei segretari comunali e provinciali e scuola superiore della pubblica amministrazione locale.

Nell'ambito del comparto sono previsti tre contratti: quello del personale, quello dei dirigenti e quello dei segretari comunali e provinciali e, sulla base delle previsioni del contratto sulla individuazione dei comparti, si potranno avere specifiche sezioni per il personale e per i dirigenti.

Gli oneri derivanti dal rinnovo dei contratti collettivi vengono posti, a differenza di quanto previsto per l'anno 2006, interamente a carico dei bilanci delle singole amministrazioni, ivi compresa la differenza rispetto ai tassi di inflazione programmati.

PROCEDURE E CONTENUTI

L'avvio della contrattazione richiede che siano effettuati tre ulteriori passaggi: la emanazione da parte del Governo, d'intesa con i singoli comitati di settore, della direttiva metodologica complessiva; la adozione da parte del comitato di settore della direttiva per il comparto regioni ed enti locali e la sua approvazione da parte del Governo. Solo dopo la loro adozione ed ovviamente entro i vincoli che esse detteranno, l'Aran potrà avviare la contrattazione.

Le principali materie che saranno contenute nel contratto collettivo nazionale dovrebbero essere le seguenti:

definizione degli aumenti economici, entro il tetto fissato dalla legge finanziaria;

definizione degli aumenti del fondo per le risorse decentrate: si presume che siano introdotti meccanismi premianti per le amministrazioni "virtuose", ivi compresa la definizione dei requisiti per potere essere definiti tali;

manutenzione e revisione di disposizioni contrattuali, tra cui la adozione del "testo unico" delle norme contrattuali;

revisione delle regole per la costituzione del fondo per le risorse decentrate, in modo da renderle più flessibili e da consentire che le singole amministrazioni possano integrarle con risorse del bilancio;

finanziamento, anche negli enti con i dirigenti, del trattamento economico delle posizioni organizzative con oneri a carico dei bilanci e riduzione del fondo per le risorse decentrate;

revisione degli inquadramenti previsti dal nuovo ordinamento professionale. In particolare si ipotizza il superamento della distinzione delle posizioni iniziali di inquadramento del personale delle categorie B e D;

potenziamento del collegamento tra prestazioni aggiuntive e trattamento economico accessorio del personale, in modo da premiare l'impegno ed il merito;

rafforzamento del carattere selettivo e premiante dei meccanismi di valutazione ed introduzione di forme di collegamento con i giudizi dei cittadini e degli utenti.

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