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PERSONALE E ORGANIZZAZIONE
05/06/2008

Il decreto legge fiscale (di Arturo Bianco)

Fonte: www.comune.roma.it

Esenzione completa dal versamento dell’Ici per le abitazioni principali e sospensione della possibilità dei comuni di disporre aumenti dei propri tributi e delle proprie addizionali fino alla definizione dei contenuti del nuovo patto di stabilità interno. Sono queste le più importanti conseguenze determinate per i comuni dall’entrata in vigore del Decreto Legge 27 maggio 2008 n. 93 “Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie”. L’esenzione dal versamento dell’Ici si applica immediatamente, per cui non è dovuto alcun pagamento già a partire dalla scadenza di acconto che era fissata per la fine del prossimo mese di giugno.

LE NOVITA’ SULL’ICI

Non è dovuta l’Imposta Comunale sugli Immobili per le abitazioni principali. In tal modo la gran parte delle abitazioni vengono esentate dal pagamento di questa imposta. Ricordiamo che, già sulla base delle misure adottate dal precedente Governo, veniva garantita una significativa riduzione di tale imposta.

La definizione di abitazione principale è quella data dalla normativa e definita dai comuni nei propri regolamenti, che acquistano un particolare rilievo per la inclusione delle cd pertienze (box, garage, cantine etc). Ricordiamo che, sulla base della definizione legislativa, si intende presuntivamente come tale quella in cui il cittadino ha la propria residenza. Ma occorre anche aggiungere che i regolamenti comunali hanno lo spazio per assimilare ad essa altre abitazioni. L'abitazione principale è definibile come l'immobile posseduto a titolo di proprietà o di altro diritto reale (ad esempio l'usufrutto) ed utilizzato come dimora principale dal contribuente o/e dai suoi familiari (coniuge, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado). A tal fine rilevano le risultanze dei registri anagrafici o l'autocertificazione con la quale si può attestare che la dimora principale è in un luogo diverso da quella anagrafica.

Sono esclusi dalla esenzione le abitazioni accatastate nelle categorie A1, A8 ed A9, quali sono ad esempio i castelli e le abitazioni di lusso. Non vi è invece alcuna soglia di reddito per godere di tale esenzione, della quale possono quindi usufruire tutti i cittadini. Per gli altri immobili, a partire dai terreni e dai fabbricati commerciali ed industriali, la norma di legge non dispone alcuna novità.

IL RIMBORSO DEI MINORI ONERI

La esenzione dell’Ici per la abitazione principale determina un considerevole minore gettito per i comuni. Ricordiamo che questa imposta costituisce complessivamente la voce di entrata propria che ha fin qui avuto di gran lunga la maggiore rilevanza per i bilanci comunali. Importanza che non è diminuita dal fatto che la stragrande maggioranza delle amministrazioni comunali ha deciso di applicare riduzioni e detrazioni per la cd prima casa.

Il Decreto Legge dispone espressamente che il minore gettito derivante dalla applicazione di questa esenzione sia rimborsato ai comuni direttamente dallo Stato. Esso è quantificato complessivamente ed annualmente nella misura di 1.700 milioni di euro. La definizione delle modalità attraverso cui disporre tale rimborso sarà effettuata con una specifica deliberazione che dovrà essere assunta dalla Conferenza Stato-Città ed Autonomie Locali. Tale decisione dovrà intervenire entro i 60 giorni successivi alla emanazione del provvedimento, cioè entro la fine del prossimo mese di luglio. Il che sembra impedire che i comuni possano ricevere alla fine di giugno dei trasferimenti aggiuntivi per compensare la riduzione di entrate che, nella propria cassa, avverrà alla fine del mese di giugno, riducendosi fortemente il gettito dell’Ici.

Il rimborso avverrà tramite trasferimenti che saranno effettuati dal Ministero dell’Interno, il che determinerà il forte aumento del valore dei trasferimenti dello Stato, che torneranno così verosimilmente a superare i proventi derivanti dalle entrate proprie dei comuni.

LA SOSPENSIONE DELL’AUMENTO DEI TRIBUTI

Il Decreto Legge impone la sospensione della possibilità offerta ai comuni, norma che vale anche per le regioni e per gli altri enti locali, di “deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali, delle aliquote ovvero delle maggiorazioni di aliquote di tributi ad essi attribuiti con legge dello Stato”. Tale sospensione ha, come propria data di scadenza, la “definizione dei contenuti del nuovo patto di stabilità interno, in funzione della attuazione del federalismo fiscale”. In altri termini, siamo dinanzi ad una sospensione che viene deliberata fino alla adozione delle misure con cui il Governo darà attuazione ai principi del federalismo fiscale. E’ questa una scelta sostanzialmente analoga a quella imposta a partire dal 2001, allora fino alla consegna della relazione da parte della Alta Commissione per il federalismo fiscale. La sua finalità è evidente: rendere impossibile agli enti locali di aumentare altre voci di natura tributaria, in primo luogo la addizionale comunale sull’Irpef, la Tosap, l’imposta sulla pubblicità etc. Dalla sua nozione sembra essere esclusa la tariffa sui rifiuti, al pari di tutti i corrispettivi connessi alla erogazione di servizi.

Tale aumento non riguarda i comuni che hanno ancora in corso la approvazione del bilancio preventivo 2008 (ricordiamo che il termine fissato dalle proroghe è scaduto solo lo scorso 31 maggio) e nell’ambito dei quali le giunte hanno già avanzato la proposta di ritoccare tali voci di entrata propria.

LE REAZIONI

L’Anci non ha espresso dissensi sulla scelta di eliminare l’Ici sulla prima casa, prendendo atto della volontà del Governo e del fatto che la gran parte delle forze politiche si è espressa in questa direzione. Il sindaco di Firenze e presidente dell’Anci, Leonardo Domenica, ha sottolineato che “la scelta che è stata fatta di bloccare gli aumenti delle aliquote dà inevitabilmente un segno fortemente centralistico all'azione del governo in contraddizione con la volontà di andare verso il federalismo fiscale. Tuttavia sono certo della buona fede del ministro Tremonti che ha annunciato di voler partire al più presto con il federalismo. In questo senso il decreto, dà un segnale positivo, quando congela le addizionali fino alla definizione del nuovo patto di stabilità interna in funzione del federalismo fiscale”. Essa richiede la immediata convocazione della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali e la indicizzazione dei rimborsi all’aumento della inflazione.

Da sottolineare inoltre che l’Anci ha ottenuto che la riduzione dei trasferimenti spettanti ai comuni a seguito dell’incremento di gettito scaturito dal riclassamento di determinate categorie di immobili, in primo luogo le abitazioni rurali, in applicazione della legge cd Visco, avverrà solamente nella terza rata e in base alle certificazioni dei Comuni, quindi in base alle effettive reali maggiori entrate che i comuni conseguiranno da tale riclassamento.

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